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    giovedì 29 marzo 2007

    Reduce da due giorni di blackout vero e proprio, tutto il pianto minuto per minuto, non so neanche bene cosa scrivere. Sulla ferita del piede mi è venuta una bolla, infiammando di nuovo il tutto. Questa la chiamerei sfiga, ma non rende neanche molto la disperazione. Se ci credessi, andrei a Lourdes, credo. Visto che non ci credo tanto, mi accontento di guardare che il rosso acceso di lunedì della ferita ora è solo rosa scuro. Intanto ascolto Vinicio, e tento di continuare per la mia vita, che fa sempre un po'schifo, ma continuano ad arrivarmi anche belle sorprese, gente che si fida di me. Il lavoro vero dopo la settimana di mutua è tornato ai livelli bassi di prima, in compenso riesco a fregarmene un po'di più perchè ho molte cose extra da fare che mi danno fiducia. E poi il weekend scorso, che credevo deprimente, si è rivelato molto sereno, due uscite tranquille, un film, una pizza, un po'di battute. Va già bene. E ieri non avevo quasi male e sono riuscita a reggere due ore in piedi a sentire Travaglio in un teatro pieno pieno pieno. E pensavo, mentre ascoltavo ridendo le sue parole (perchè alla fine sentire Travaglio è divertente, soprattutto per chi come me è abbastanza abituata a ridere sulle tragedie...), che una massa di gente che non trova posto e rimane in piedi invece di andarsene per sentire che l'informazione in Italia praticamente non esiste è un buon segno. Non ci sono solo menefreghisti, insomma. La politica, nel senso di "polis" (una delle poche parole greche che ricordo ancora, città; quindi far politica dovrebbe equivalere ad essere cittadini, in parole povere...), conta ancora per qualcuno.
    Per ora cerco quindi di non pensare troppo a quel senso di vuoto che sento dentro e che, ogni tanto, mi risucchia per qualche ora. Mi rifugio nel piccolo mio mondo di concerti, musica, amici pazzi, film (bello "Lezioni di volo", la Mezzogiorno è sempre più brava), pc e libri. Sto rileggendo Tutt'al più muoio di Timi e Albinati, alcune pagine sono intrise di dolore (e desiderio d'amore) e sembrano dirmi che alla fine non conta non soffrire, conta resistere. Fosse facile.

    Vi invito ad andare sul sito di Emergency e firmare l'appello pr la liberazione del Mediatore di Emergency e dell'interprete di Mastrogiacomo.

    1 commento:

    "La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche un gesto o un’invenzione,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione."