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    venerdì 13 aprile 2007

    Il Teatro della Caduta è uno di quei posti pieni di calore e di vita che mi fanno tanto bene. Un po'come il mio adorato Bottegone della Clem.
    Solo che una volta trovato il posto, bisognerebbe trovare le persone giuste con cui andare.
    Ieri c'erano. C'era Guido Foddis che cantava, ed è stato bello. Perchè è bravo, e soprattutto perchè gli voglio un gran bene. Ho bisogno di queste serate, tanto. Il mio piede va male, giorni di più, giorni di meno; il buchino c'è, immobile, e sembra ricordarmi ogni mattina, quando mi sveglio angosciata pensando a lui, il buco più grande che c'è nella mia vita e che forse fa più male di quello al piede.
    Vorrei una medicina per entrambi.
    Una cassettina di quelle fatte per la macchina mi ha riportato a qualche anno fa, a una canzone che tanto amavo dei modena, e che apriva la mia tesi di laurea. Già tre anni fa pensavo che...
    C'è bisogno di nuove canzoni
    Con parole per sognare più forte
    Bisognerebbe fare sogni grandiosi
    Oltre la noia e le nevrosi
    Avere cura, avere pazienza
    Di tutta quanta l'intelligenza...
    Si, c'è bisogno!


    Intanto tra poche ore atterra a Torino un aereo con la mia migliore amica. Intanto la prossima settimana sarà di nuovo Bassa, musica e amici. E allora, la chiudo qui, chiedendovi solo di farvi un giro qui. Perchè c'è ancora bisogno di Mondine, oggi più che mai. E il progetto che hanno in mente è meraviglioso.

    P.S. In occasione degli 80 anni il papa ha scritto un libro. Mia nonna per gli 80 anni ha offerto un pranzo alla famiglia.... Vabbè. Gli faccio gli auguri comunque, con due righe che ho scritto io.

    "Da mesi non si fa altro che parlare di famiglia tradizionale. Da destra e da sinistra si affannano a spiegarci quanto sia in pericolo, ed è inutile tirar fuori il principio della laicità dello stato, o puntualizzare che una legge che attribuisce qualche diritto alle coppie di fatto non manda in rovina la famiglia tradizionale. D’altra parte si tratta di ovvietà, e ribadirle sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
    C’è un punto però che non mi convince e che riaffiora nella mia testolina ogniqualvolta spuntano alla tv Casini o Mastella e non ho il telecomando a portata di mano per cambiare canale. Ma cosa vuol dire tradizionale? Mi viene da pensare a quelle assurde pubblicità del Mulino Bianco con la famigliola allegra che si sveglia d’ottimo umore (non come la sottoscritta che la mattina è una larva), e, dopo una dolce colazione, inizia il solito tran-tran: la mamma ovviamente dedita al focolare, i figli a scuola, il padre a guadagnare. Ecco, vorrei capire se la famiglia rimane tradizionale se, ad esempio, il padre è disoccupato (il Mulino Bianco non ha previsto quest’ipotesi), o il figlio marina la scuola.
    Il fatto è che mi sento coinvolta in prima persona: “tradizionale”, io, non lo sono proprio. Sono disabile e mi faccio decine di concerti, spesso fuori regione (con grande disappunto dell’assistente sociale, che vorrebbe che io impiegassi il mio tempo libero in modo più…tradizionale, per l’appunto). Sono laureata, eppure ho trovato solo un posto di telelavoro perché non se la sono sentita di prendermi in sede, casomai avessi avuto ogni tanto bisogno di un qualche aiuto da parte dei colleghi. Ed allora la domanda da un milione di dollari è questa: se le unioni gay sono “contronatura” (ai posteri l’arduo compito di capire che significa), il giorno che un poveretto normodotato decidesse d’innamorarsi di me, il Cardinale Ruini penserebbe tanto male di noi in quanto famiglia sicuramente atipica? Mi è stato già spesso rimproverato che frequento pochi disabili: ”faresti meno fatica ad incontrare qualcuno che ti apprezzi”. E non importa se poi questo qualcuno ascolta Nek, non conosce Wish you were here e non ha mai letto un libro…l’importante è che sia disabile come me, come impongono società e…tradizione (o ipocrisia?).
    Ma non mi preoccupo: si sa, dei gay si può dire di tutto, ma infierire troppo sui disabili non si può. E’ solo che la mia mente contorta non può non pensare che il contrario di “tradizionale” è, in parole povere, “diverso”."

    1 commento:

    "La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche un gesto o un’invenzione,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione."