Vorrei fare due chiacchiere con gli sceneggiatori di Grey's Anatomy. Se uno come Derek mi chiedesse di mettere su casa insieme io volerei all'istante dall'architetto, altro che paure o paranoie! Ma si può? Insomma, Meredith fugge, io invece son sempre qui, ferma, e non ho niente o nessuno da cui fuggire. Forse solo dal lavoro attuale, e spero di poterlo fare presto. E dalle brutte notizie, che di questi tempi arrivano copiose. E dal male e dal sonno che oggi mi scombussolano. Sarà che ho dormito poco ultimamente. Ieri ero nel pavese a visitare una struttura residenziale per disabili perchè alcuni genitori del gruppo di volontariato di cui fa parte mia madre vorrebbero metter su un'attività lavorativa per i figli e l'idea era di visitare le strutture che già ci sono. In Svizzera c'è una vineria gestita da disabili, per esempio. La struttura di ieri invece era semplicemente una comunità, e si differenziava dalle altre solo perchè messa su da genitori, ovviamente benestanti. Ci hanno spiegato che i ragazzi d'estate vanno in piscina, e ogni tanto in pizzeria. Usciranno 10 volte l'anno secondo i miei calcoli... Viva l'integrazione!!
L'idea che ho lanciato io è quella di un cafè (letterario, musicale...). Anche i disabili gravi, con l'aiuto degli educatori, potrebbero servire colazioni, merende e da bere. Chi può, potrebbe invece occuparsi di gestione e progettazione di serate ed eventi. Secondo me potrebbe funzionare anche dal punto di vista "economico" e soprattutto sarebbe un bel passo in avanti culturale. Nei locali, di sera, mi è capitato rarissimamente di vedere altri disabili. Perchè? Mi raccontavano ieri che una persona che aveva occupato, di sera, un posto riservato si è così giustificato: ma i disabili di sera dovrebbero stare a casa! Ed era convinto. Anche con lui vorrei poter fare quattro chiacchiere. Anche solo due minuti.