ultimissime, twitterando in giro...

    follow me on Twitter

    venerdì 7 novembre 2008

    L'immagine peggiore, di Curzio Maltese

    I bookmakers in questi casi non accettano scommesse. Da mesi, in previsione dell'evento storico dell'altra notte, si aspettava la prima gaffe di Silvio Berlusconi sul colore della pelle del nuovo presidente americano. Il Cavaliere non delude mai le peggiori aspettative e la battuta è arrivata. L'unica sorpresa è la tempistica. Ad appena ventiquattr'ore dall'elezione il premier se n'è uscito con la storia di Obama "abbronzato". Non è la solita cafonata alla quale ci ha abituato e ci siamo ormai rassegnati da lustri. È una definizione grondante di razzismo.
    Il peggior razzismo, quello semi inconsapevole e quindi assai autoindulgente che dilaga in Italia, fra la preoccupazione del resto del mondo. Una malattia sociale che un governo responsabile dovrebbe combattere, invece di sguazzarci con gusto.
    Scontata la gaffe, ovvia la reazione. In simili frangenti Berlusconi adotta due reazioni standard. La prima: non l'ho mai detto. È la più assurda, ma paradossalmente efficace (in Italia). Come fai a discutere con uno che nega se stesso? La seconda è: l'ho detto ma non avete capito.
    Stavolta ha usato questa. "Abbronzato era un complimento, una carineria" ha spiegato ai soliti cronisti bolscevichi. "E se non lo capite, allora andate a fare...". Sommando così carineria a carineria.
    S'intende che "andare a fare" è detto con affetto. Con eguale affetto i giornalisti potrebbero ricambiare l'invito, ma probabilmente le giustificazioni valgono solo dall'alto verso il basso.
    Non stiamo a farla lunga. Non si tratta solo di vergogna. Chi ne ha ancora la forza? È piuttosto la disperazione di essere ogni volta precipitati in questo indegno pollaio. Gli elettori americani in un giorno hanno cambiato la storia del mondo. L'avvento del figlio di un africano alla Casa Bianca sta spingendo miliardi di persone, pur nel mezzo di una crisi spaventosa, a interrogarsi sui valori profondi della democrazia, la più straordinaria conquista dell'umanità, in fondo a un cammino secolare di sangue e intolleranza. E il contributo dell'Italia berlusconiana a questo grandioso dibattito qual è? Questa miserabile trovata, volgare e razzista, senza neppure il coraggio dell'assunzione di responsabilità o la dignità di porgere le scuse.
    Non bastava la sortita a caldo del ministro Gasparri, il quale, confondendo le proprie ossessioni di ex fanatico fascista con la competenza internazionale, aveva commentato "sarà contento Bin Laden". Ci voleva pure lo strazio supplementare della "battuta" di Berlusconi, che ha ormai girato il mondo, con danno enorme per il Paese. In pochi minuti infatti la rete ha deluso la speranza residua, che non lo prendessero sul serio, come altre volte. Come siamo abituati a fare qui, rassegnati a non scandalizzarci per lo scandalo, a non chiamare fascismo il fascismo, razzismo il razzismo.
    C'era stata la rincorsa provinciale ad appropriarsi di Obama. Tutti si proclamano o cercano l'Obama italiano, a destra e a sinistra. Quando in Italia un Barack Obama non avrebbe neppure il diritto di voto. I figli d'immigrati, 440 mila fra nati e cresciuti qui, non sono considerati cittadini italiani, per via del medievale ius sanguinis. Lo ricordiamo nell'ipotesi, piuttosto remota, in cui fra le centinaia di obamisti dell'ultima ora si trovasse un politico serio. Ecco l'occasione per proporre finalmente una legge civile in materia d'immigrazione.
    A cominciare dal presidente del Consiglio, i cui molti cantori hanno illustrato nei giorni scorsi alle masse ammirate le straordinarie analogie fra Berlusconi e Obama. Come non scorgere, del resto, l'assoluta comunanza delle due parabole. Il figlio di un pastore kenyano che arriva alla Casa Bianca a soli 47 anni e promette di cambiare il mondo. E l'uomo più ricco d'Italia che a 72 anni, con il solo aiuto del novanta per cento dei media da lui controllati, torna a Palazzo Chigi, dopo aver cambiato i capelli. È naturale che Berlusconi abbia adottato Obama, ripromettendosi di dargli presto "buoni consigli". Incrociamo le dita perché non avvenga, nell'interesse stesso del premier. Non si sa come la Casa Bianca potrebbe reagire a una frase del tipo: "Vieni, abbronzato, che ti spiego come non farsi processare".
    Che fare? Vergognarsi per loro, ridere, piangere. Fingiamo pure che tutto sia normale. Però quanto stringe il cuore ascoltare il nobile discorso dello sconfitto McCain: "Il popolo ha scelto. Ho avuto l'onore di salutare il nuovo presidente degli Stati Uniti. È una giornata storica". Non si potrebbe avere un giorno un conservatore come questo a capo della destra italiana, anche di seconda mano?

    Repubblica on line del 7.11.2008

    17 commenti:

    1. Più che razzista a me sembra molto cretina come battuta, ma forse ha ragione Maltese: non siamo consapevoli del nostro razzismo.
      Però se una cosa del genere è considerata grave razzismo è anche per la nostra cattiva coscienza, per cui qualsiasi riferimento al colore della pelle deve essere considerato insultante. Secondo me nero non è un insulto, è un colore. A ire il vero non considero un insulto nemmeno "negro", per me è un termine neutro, ma pare che invece sia offensiva.
      pare che gli umoristi americani, che hanno sempre preso di mira tutti i presidenti, adesso si sentano tacitamente legati al fatto che il presidente ha la pelle nera e non vi si può fare alcun riferimento. Paradossale per un presidente la cui eccezionalità sta proprio nel colore della pelle

      RispondiElimina
    2. Parola di giullare, certo per un satiro è una prova difficile, ma qui si confà la nostra nobilitade.
      Saper trovare battute degne in una situazione controversa è una sfida da cogliere, avendo i c.
      Avendoli appunto, non essendolo, come certa gente vecchia e marcia.
      Basta studiare un pelo la storia americana per prendere fottutamente sul serio la faccenda. Quando Obama era bambino la polizia mandava i cani ad azzannare le bambine nere che osavano riunirsi in chiesa (Birmingham 1963).
      Quindi il fuoco di fila Gasparri-Berlusca è perfettamente coerente con le nostre odierne leggi razziali, con il mandare le squadracce alla Rai e in piazza, dare via libera a Dell'Utri, tentare per l'ennesima volta di vincere con la forza la civile resistenza dell'Italia libera di Vicenza o della Valsusa.
      Stanno vedendo la fine, per questo tenteranno gli ultimi colpi di coda velenosi.
      E di qua manca un leader degno di questo nome, che mandi sonoramente a fanculo tutti gli ambigui rospi alla Binetti.
      Ma francamente mi piace che il popolo sia migliore dei suoi politici.
      Pure questi giovani, spremuti e calunniati, che rispondono da giovani, con energia!

      RispondiElimina
    3. ieri sera in tv berlusca ha detto che se gli italiani non capiscono che era umorismo peggio per loro... che schifo!

      RispondiElimina
    4. Ma ti manca questa, il giornalista lecchino Fede ha detto:
      Obama rappresenta per l'america ciò che Berlusconi rappresenta per l'Italia. Uguale uguale.
      Ciao buon fine settimana Sisifo

      RispondiElimina
    5. dimenticavo..passa da me, c'è un premo ch ti aspetta!

      RispondiElimina
    6. Ho pensato la stessa cosa su MacCain...

      Per Silvio non c'è da meravigliarsi purtroppo.

      Un bacio

      RispondiElimina
    7. Obama credo non disdegni i "buoni" consigli di tutti, sapendo anche fare la differenza tra consigli e consigli... si è mostrato un leader capace di avere "mente" e "cuore"... mi auguro che ciò che ha mostrato venga confermato dal suo operato....

      RispondiElimina
    8. non credo abbia voluto esprimere un intento razzistico: è semplicemente un pessimo battutista.

      RispondiElimina
    9. ho appena finito di postare lo stesso commento... azzeccatissimo! grazie

      RispondiElimina
    10. Non solo.
      Purtroppo.
      Molti italiani, ma... molti, sono d'accordo con lui.
      Era una battuta,
      vuoi che il "presidente degli stati" uniti non l'abbia capita?
      (questo uno dei commenti alle mie rimostranze), evidentemente la memoria corta funziona alla grande...
      dopo aver dato del kapò ad un tedesco, da dell'abbronzato ad un nero...
      Scusa Stella, ma ho il vomito.
      Stefanover.
      www.thefreetrees.splinder.com

      RispondiElimina
    11. Guarda, io sono portata a pensare che non sia una battuta razzista.
      E' semplicemente quello che fa un giullare di corte.
      Peccato che in Italia lo faccia il Presidente del Consiglio...

      RispondiElimina
    12. ansia, tristezza ...stellavale: mi sento così impotente!
      Vai da me, a sentire Vasco Brondi (al secolo Le Luci Della Centrale).
      Anche io ero insieme agli After, quella sera.
      E anche io ho toccato fili scoperti e nastri isolanti.
      A bien tot.

      RispondiElimina
    13. E' solo stupido, purtroppo decide delle sorti del nostro paese.
      La cosa assurda è che ci indignamo ma qualcuno, anzi molti molti molti milioni l'hanno messo di nuovo su quella poltrona, mah!!!
      italiani, brava gente.

      RispondiElimina

    "La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche un gesto o un’invenzione,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione."