Guerra
Ero in auto oggi pomeriggio e come sempre ascoltavo Caterpillar. Cirri e Solibello si sono collegati con l'ultimo italiano rimasto a Gaza, Vittorio Arrigoni, attivista di International Solidariety Mov, e questi ha risposto al telefono spiegando che stava scendendo le scale per uscire dall'edificio che ospitava lui e altri giornalisti stranieri, perchè gli israeliani avevano appena telefonato per avvisare che sarebbe stato bombardato. Quanto tempo passa, gli hanno chiesto, tra la telefonata e la bomba? e lui ha risposto qualcosa come due minuti. Mi è presa l'ansia, che già io mi agito per nulla, ma sapessi che di qui a due minuti mi bombardano non so come reagirei, ecco, credo mi verrebbe un attacco isterico come minimo, piangerei, griderei... Questo Arrigoni, lucido come non mai, mentre scappava dall'edificio ha invece continuato a raccontare la guerra, i morti, e a spiegare quella che dovrebbe essere un'ovvietà, che la violenza non può che seminare odio. Ma più delle sue parole mi ha colpito l'immaginarlo scendere dalle scale col telefono in mano. Lui raccontava, io fra me e me pensavo che forse era meglio attaccasse il telefono e corresse, e pregavo di non sentire il rumore di una bomba.
Grande pagina di giornalismo, la guerra è questo, solo questo, e davvero io non vorrei mai incontrarla.
Vi consiglio di scaricare il podcast.
domani lo faccio
RispondiEliminaun abbraccio vale
Vado a scaricarlo.
RispondiEliminaBuona giornata ;-)
ci riempiono le case di immagini di missili, macerie, razzi, distruzioni e talvolta di cadaveri...e, poi, quello che davvero ci colpisce e ci fa comprendere tutto il dramma di una guerra è una semplice telefonata. E' la singola storia che ci consente di immedesimarci in chi racconta e di partecipare al suo dramma... grazie, per questo post..un abbraccio
RispondiEliminaA casa me lo scarico e lo ascolterò con calma.
RispondiEliminaArrigoni ha tutta la mia stima e il mio rispetto per quanto possa servire.
Credo che in questo suo perpetuare il suo lavoro nonostante la circostanza di allarme e pericolo per la propria vita sia la dimostrazione della sua grande professionalità e adeguatezza al lavoro che svolge, non so in quella circostanza, anche io sono soggetta all'ansia ma ho scoperto che nelle situazioni in cui più comunemente tutti si disperebbero io non so il perchè ma con freddezza agisco!
RispondiEliminaE l'ho scoperto in situazioni delicate che non ti aspetti di affrontare...
Sulla guerra io penso che sia non solo odio ma un grande affare economico solo per quello continua, se non ci fosse un tornaconto non ce ne sarebbero o almeno non di queste portate con tanti morti...
Ciao cara :)
buongiorno anche a te
RispondiElimina"...la violenza non può che seminare odio..."
RispondiEliminaL'odio potrà essere spento solo quando le responsabilità saranno assunte da chi le ha e finalmente la verità storica sarà ristabilita...
ogni anno la stessa storia. così come mese, ogni settimana, ogni giorno. mi chiedo se prima o poi davvero qualcosa cambierà.
RispondiEliminail dubbio persiste!
un abbraccio
Che scena assurda. Un uomo che scende le scale e parla al telefono, un'immagine di quotidiana nonchalance in un contesto di insuperabile drammaticità.
RispondiEliminaQuando sento parlare di guerre mi viene in mente Heminghway, che nella prefazione di "Addio alle armi" scrisse: "[...]è persuasione ponderata dello scrittore di questo libro che le guerre sono combattute dalla più bella gente che c'è, o diciamo pure soltanto dalla gente [...] ma sono fatte, provocate e iniziate da precise rivalità economiche e da maiali che se ne avvantaggiano [...]"
RispondiEliminaCome ho già scritto da qualche altra parte mi piacerebbe tanto vedere "on their knees, the war pigs crawling begging mercy for their sins!"
RispondiElimina(black sabbath - war pigs)
Un caro saluto...
chi vorrebbe incontrare la guerra? solo l'ignoranza e l'ipocrisia.
RispondiEliminagrazie per il consiglio,lo scarico.
un abbraccio
grazie per il consiglio, lo farò!
RispondiEliminaciao
Ciao! Scusa se rispondo qui al post prcedente... se hai tanto tempo perchè non provi a scrivere? Io pagherei, cederei parte del mio stipendio per avere più tempo per farlo... Mi ispira il tuo blog, mi sa che ti verrò a trovare spesso! baci! Silvia
RispondiEliminaQuanta tristezza. Lo scaricherò anch'io.
RispondiEliminaUn bacio.
impressionante...
RispondiEliminaCaterpillar lo seguo dall'inizio, si l'ho sentito anche io
RispondiEliminaE' come esserci nella situazione, e ti fa capire molto piu' di mille parole
La guerra è molto più vicina a noi di quello che sembra.
RispondiEliminaNon so cosa farei se mi avvisassero di un evento del genere, sarebbe un dramma.
Roba da non credere...ma che senso ha tutto questo?
RispondiEliminaVittorio Arrigoni ha anche un blog : http://guerrillaradio.iobloggo.com
RispondiEliminaStrazia ma apre gli occhi,che vorresti chiudere...
Ciao simpatica.
per il messaggio sotto:
RispondiEliminaall'ufficio stage dell'Uni ho visto un annuncio di un'offerta di stage presso la RAI, rivolto a studenti o laureati, soprattutto disabili.
Ci dovrebbero essere informazioni qua www.unito.it/disabili.htm, ma io non ho trovato nulla. Non so quando è stato affisso l'annuncio.
Il lavoro offerto riguarderebbe proprio i disabili e specificano che la sede di lavoro è stata appositamente attrezzata per accogliere persone con disabilità.
Se vuoi prova a informarti qui
uff.pilota@rai.it
0118104536
0118102317