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    domenica 25 febbraio 2007

    In risposta a chi difende la presa di posizione dei dissidenti del senato, faccio mio parola per parola il pensiero di Michele Serra.

    I Cavalieri dell’Ideale
    SI CAPISCE, uno ha tutto il diritto di coltivare i suoi ideali integerrimi. E di sentirsi eletto dal popolo lavoratore anche se è stato spedito in Senato da una segreteria di partito. Uno ha tutto il diritto di rivendicare purezza e coerenza, così non si sporca la giacchetta in quel merdaio di compromessi e patteggiamenti che è la politica. Però, allora, deve avere l’onestà morale di non fare parte di alcuna coalizione di governo. E deve dirlo prima, non dopo. Deve farci la gentilezza di avvertirci prima, a noi pirla che abbiamo votato per una coalizione ben sapendo che dentro c’erano anche i baciapile, anche i moderatissimi, anche gli inciucisti. A noi coglioni che di basi americane non ne vorremmo mezza, ma sappiamo che se governano gli altri di basi americane ne avremo il triplo.
    Invece no: questi duri e puri se ne strafottono della nostra confusione e della nostra fatica. Prima salgono sulla barca della maggioranza, poi tirano fuori dal taschino il loro cavaturaccioli tutto d’oro e fanno un bel buco nello scafo, per meglio onorare la loro suprema coerenza e la nostra suprema imbecillità. Un bell’applauso ai Cavalieri dell’Ideale: tanto, se tornano Berlusconi e Calderoli, per loro cosa cambia? Rimarranno sul loro cavallo bianco con la chioma al vento.


    Per il resto, weekend meno peggio del previso, se non fosse per il piede che non accenna a guarire. E più che il male è la preoccupazione che mi sta abbastanza rovinando la vita. Come se fossi già allegra.
    Ieri ho visto Saturno contro. Bello, come tutti i film di Ozpetek, anche se il mio preferito resta La finestra di fronte. Niente da dire, i film di Ozpetek sanno di vita e a me, che sento la nostalgia per una vita che non ho mai - ancora - avuto, lasciano addosso un misto di malinconia, tenerezza e tristezza, quella tristezza dolce che ti fa pensare ad un passato e un presente che non vanno proprio e a un futuro che chissà, forse, magari, speriamo....mi porterà più vita. In certi momenti la vedo dura dura.
    Da vera rincoglionita quale sono, ho realizzato solo alla fine che uno degli attori era Filippo Timi, di cui tempo fa avevo letto il libro "Tutt'al più muoio" che è meraviglioso perchè....parla anche quello di vita, ecco tutto. E un po'anche di me.
    Consigliatissimo. Persona bella. Che ha saputo tirarsi su ogni volta che è caduto.
    Filippo Timi aggiunto alla lista delle persone che vorrei tanto conoscere. Filippo Timi, Vinicio Capossela, e pochi altri. Magari Carofiglio, se capita.
    Tornando al film, oltre a Filippo Timi che non ha un ruolo centralissimo ma è grandioso, la rivelazione è Ambra Angiolini. Di Stefano Accorsi invece avrò visto invece dieci film, e l'espressione è sempre identica, ma dato che si tratta di una bella... espressione va benissimo così!
    Di fronte al dolore della vita i personaggi trovano pace e rifugio in un gruppo di amici che diventano una famiglia allargata dove si può sperimentare qualche istante di felicità, e credo che il film alla fine ci dica che quell'istante di felicità e quel gruppo di amici sono l'unica cosa importante.
    Musica di Neffa, e Gabriella Ferri. Consigliatissima pure quella. Un po'triste, abbastanza da avermi conquistata!

    5 commenti:

    1. Il giornalista che citi sembra voler ignorare che far parte di un partito e di una coalizione è l'unico modo in Italia per fare politica, non è una scelta. LA scelta la fai quando scegli di appoggiare un certo programma. E quando poi TUTTI GLI ALTRI lo disattendono, se ne fregano di quello che hanno fatto credere a chi li eleggeva (perchè è questo che sta facendo la maggioranza) e nemmeno la folla radunata a Vicenza serve a farl loro capire qualcosa... bhè la cosa triste è che solo in due abbiano mandato a quel paese tutto e tutti. A me sta politica del compromesso a tutti i costi non mi piace, sa molto di Berlusconi, che a suon di soldi minacce e ricatti ha guidato la sua maggioranza come un gregge di pecorelle ubbidienti.

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    2. Se uno non se la sente di votare una missione in Afghanistan lo capisco benissimo. Io di mio non la voterei. Ma io non sto al senato. Turigliatto poteva dimettersi prima e risolvere così il suo problema di coscienza. Di fronte al pericolo di Berlusconi il compromesso è d'obbligo.

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    3. ma mi sa che se si dimetteva era lo stesso no? o lo si poteva rimpiazzare subito? Di buono in tutto questo c'è che ora si son presi tutti una gran fifa...

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    4. Se anche Turigliatto si fosse dimesso due settimane prima non cambiava niente: le dimissioni di un parlamentare devono essere votate dall aula e di norma la prima volta vengono rifiutate. Per far entrare Haidi Giuliani (con le dimissioni del primo eletto) ci sono voluti mesi... Eli

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    5. e stanno rifiutando da mesi apposta le dimissioni richieste dei ministri

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    "La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche un gesto o un’invenzione,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione."