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    venerdì 23 novembre 2007

    Stavolta va oltre l'immaginabile.
    Però rimani lì, impotente e un po'arrabbiata. Sei stanca e non riesci a svegliarti la mattina, sei fuori tempo massimo per leggere i giornali, non riesci a trovare associazioni in cui impegnarti, i partiti fanno ancora più schifo (hai capito che sei un peso: lì entri solo se sei utile..), sei piena di paranoie e dolori fisici ma soprattutto interiori.... Insomma, è ti è sempre più difficile sentirti parte del mondo e utile alla società. E di fronte alla scoperta di un'informazione non più tale da molto (già lo sapevi, ma questo, appunto, va oltre l'immaginabile), sei contenta almeno di riuscire ancora ad indignarti. Servisse, almeno.....ma no, non cambi nulla con la sola indignazione.

    Uliwood Party di Marco Travaglio

    Chapeau. Nemmeno il più demonizzatore, il più accanito antiberlusconiano poteva immaginare la meticolosità, la scientificità, la capillarità del controllo esercitato su ogni minuto, ogni minimo dettaglio di programmazione Rai dagli uomini Mediaset infiltrati da Silvio Berlusconi nel cosiddetto "servizio pubblico". Intendiamoci: la fusione Rai-Mediaset in un'indistinta Raiset al servizio e a maggior gloria del Cavaliere si notava a occhio nudo e questo giornale, da Furio Colombo in giù, l'ha sempre denunciato. Ma le intercettazioni della Procura di Milano, disposte nell'inchiesta sul fallimento del sondaggista del Cavaliere, Luigi Crespi, e pubblicate da Repubblica dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio la privatizzazione della Rai da parte della "concorrenza" e la sua trasformazione in una succursale di Mediaset.

    Da sette lunghi anni, cioè da quando Berlusconi torna al governo e occupa militarmente Viale Mazzini, la Rai è cosa sua, un feudo privato da usare per blandire gli amici, manganellare i nemici, ammonire gli alleati appena un po' critici, ma soprattutto per celebrare le gesta del Capo. Tacendo le notizie scomode, enfatizzando quelle comode, parlando solo di quel che vuole Lui. Non c'e voluto molto per ridurre quella che fu la prima azienda culturale d'Europa e alfabetizzò l'Italia in una miserabile Pravda ad personam: è bastato sistemare una dozzina di visagisti, truccatori e politicanti berlusconiani nei posti giusti e lasciarne molti di più sulle poltrone precedentemente occupate.

    Intanto venivano cacciati i Biagi, i Santoro e i Luttazzi, poi le Guzzanti e gli altri della seconda ondata, incompatibili col nuovo corso. Ma non perche fossero "di sinistra". Perche sono fior di professionisti: con due o tre programmi ben fatti avrebbero rovinato tutto. Se qualcuno chiama per pregarli di nascondere i dati delle elezioni amministrative per non far soffrire il Cavaliere, quelli mettono giù («uso criminoso della televisione pagata coi soldi di tutti»). I rimasti, invece, obbediscono ancor prima di ricevere l'ordine.

    Si spiegano cosi non solo le epurazioni bulgare e post-bulgare, ma anche lo sterminio delle professionalità, soprattutto nella rete ammiraglia di Rai, affidata (tutt’oggi) al fido Del Noce: uno che, oltre ad aver epurato Biagi, è riuscito a litigare persino con Baudo, Arbore, Frizzi, Carrà e Celentano. Chi ha idee e talento ha più seguito, dunque e più libero e meno censurabile, ergo inaffidabile. I superstiti, invece, sono pronti a qualunque servizio e servizietto.

    Il Papa sta morendo e il Ciampi prepara un messaggio a reti unificate? Anzichè preoccuparsi che la Rai copra la notizia meglio della concorrenza, i dirigenti berlusconiani pianificano una degna uscita mediatica del Capo, onde evitare che il Quirinale lo oscuri. IL Papa muore proprio alla vigilia delle amministrative, distraendo gli elettori cattolici dal dovere di correre alle urne per votare il Capo? Si organizza una serie di "programmi che diano alla gente un senso di normalità, al di la della morte del Papa, per evitare forte astensionismo alle elezioni amministrative". Più che un servizio pubblico, un servizio d'ordine.

    In cabina di regia c'è la signorina Deborah Bergamini, detta "Debbi", gia assistente del Cavaliere, da lui promossa capo del Marketing strategico della Rai, mentre Alessio Gorla, già dirigente Fininvest e Forza Italia, diventava responsabile dei Palinsesti. Al resto pensavano i servi furbi. Mimun, si sa, era in prestito da Mediaset, dov'è poi morbidamente riatterrato. Non c'è neppure bisogno di dirgli il da fare, lo sa da se. E poi - assicurano Debbie Delnox - fanno "gioco di squadra con Rossella" (Carlo, direttore di Panorama, molto vicino al presidente dunque alla Rai). Anche Vespa non ha bisogno di suggerimenti. Del Noce telefona a Debbie per avvertirla che "Vespa ha parlato con Rossella, accennerà in trasmissione al Dottore (Berlusconi ndr) a ogni occasione opportuna". Qualcuno gli suggerisce che Bruno potrebbe "non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali per mascherare meglio la disfatta del Capo", o di "fare più confusione possibile per camuffare la portata dei risultati". Ma poi si preferisce lasciare libero di servire come meglio crede, perche giustamente la Debbi dice : "tanto Vespa è Vespa".

    Ogni tanto c'e un problema: Mauro Mazza, troppo amico di Fini per piacere a Forza Italia, fa prima serata di Rai 2 sulle elezioni. Bisogna spostarlo, perchè quello magari i dati non li nasconde. Idea geniale: Deborah parla con Querci "chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5", così la gente guarda quella e lo speciale di Mazza non se lo fila nessuno. Del resto è un'abitudine, per lei, concordare i palinsesti con Mediaset: più che del Marketing della Rai, è la capa del Marketing di Berlusconi. Infatti, ancora commossa, commenta così i funerali di Giovanni Paolo II: "Berlusconi e stato inquadrato pochissimo dalle telecamere". Si sa com'e fatto il Cavaliere: "Ai matrimoni - diceva Montanelli - vuol essere lo sposo e ai funerali il morto".

    In tutti questi anni, mentre ogni inquadratura di ogni telecamera di ogni programma diurno e notturno di Raiset veniva controllata dai guardaspalle del Padrone, chiunque si azzardasse anche soltanto a ipotizzare che questi signori lavorassero per il re di Prussia, anzi di Arcore, veniva zittito dai "terzisti" e dai "riformisti" come "demonizzatore" e "apocalittico" animato da "cultura del sospetto", incapace di comprendere che le tv non contano per vincere le elezioni; anzi, a parlar male di Berlusconi si fa il suo gioco. Poi veniva querelato e citato in giudizio per miliardi di danni dai Del Noce e dai Confalonieri, sdegnati dalle turpi insinuazioni sulla liaison Rai-Mediaset nel paradiso della concorrenza e del libero mercato.

    Dirigenti come Loris Mazzetti e Andrea Salerno, rei di aver chiamato censure le censure, sono stati perseguitati dall'azienda con procedimenti disciplinari. L'ultima e piovuta su Mazzetti,per aver partecipato ad Annozero e detto la verità sull'epurazione del suo amico Biagi. Salerno, già responsabile della satira per Rai3 quando c'era ancora la satira, ha preferito togliere il disturbo. Intanto Confalonieri non si perdeva una festa de l'Unità e le quinte colonne berlusconiane facevano carriera in Rai, tant'è che sono ancora tutte lì: Del Noce a Rail, Bergamini al Marketing, Vespa a Porta a porta. Tutti straconfermati dalla "Rai del centrosinistra".

    Ora si spera che, oltre alla solita "indagine interna", fiocchino i licenziamenti per giusta causa, (con richiesta di danni per intelligenza col nemico) almeno per chi ha lasciato le impronte digitali nello scandalo, come accadrebbe ai manager di qualunque azienda sorpresi ad accordarsi con la concorrenza. Ma, onde evitare che la scena si ripeta in un prossimo futuro, licenziare i servi di Berlusconi non basta. Occorre una vera "legge Biagi" (nel senso di Enzo) per cacciare per sempre i partiti dalla Rai e stabilire finalmente l'ineleggibilità dei proprietari di giornali e tv. Sempre che, si capisce, la cosa non disturbi "il dialogo per le riforme". E ora, consigli per gli acquisti.

    L’Unità del 22.11.2007

    2 commenti:

    1. "cacciare i partiti dalla RAI". OK. Però li cacciamo tutti. E se poi uno usa la RAI per fare propaganda elettorale magari il sabato sera prima delle elezioni (Enzo Biagi, giusto per fare un nome), che si fa? Lo si caccia? Ma allora diventa una vittima della repressione e del controllo politico sulla RAI, e tutti insorgono. Ma se non lo si caccia, si rende uffficiale il controllo politico sulla RAI. Comma 22.

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    2. Benigni si sa da che parte sta, e se lo vedo in tv non mi aspetto che sia super partes. Un tg invece in teoria dovrebbe informare, e tutti si aspettano questo. Se un tg si asserva ai voleri di una parte politica, il regime è dietro la porta.

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    "La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche un gesto o un’invenzione,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione."