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    domenica 4 gennaio 2009

    Telefonia militare, di Alessandro Robecchi

    Buongiorno, shalom. Sono il telefonista dell’esercito israeliano di turno dalle 8 alle 21. Lavoro noioso. Mi danno una lista di numeri di telefono di Gaza o altri posti in Palestina e io li chiamo e gli dico: ehi, gente, tra cinque minuti vi tiriamo un missile. Al resto pensano i ragazzi dell’aviazione. E’ un lavoro nuovo, ne parlano tutti i giornali del mondo. All’inizio c’è stata un po’ di confusione amministrativa per capire se ero in forze all’esercito o all’ufficio propaganda, e sono stato tre giorni senza buoni pasto. Seccante. Secondo la nostra propaganda, noi siamo in grado di ammazzare un signore barbuto in casa sua, senza svegliare i bambini che dormono nella stanza accanto. Certe volte non si svegliano proprio più. Quindi nessuna emergenza umanitaria, l’unico problema è che crollano tutti i muri della casa. Lo so che i missili intelligenti non li abbiamo inventati noi, ma è una scemenza che viene utile quando cominci a tirarli. Insomma, io telefono a questi palestinesi, ma la cosa è più complicata di quanto sembri. Certe volte è occupato, certe volte non sentono il telefono perché stiamo bombardando la casa di fianco. Certe volte, lo confesso, non li chiamo neanche, chissenefrega, o faccio degli scherzi telefonici, o sbaglio numero apposta. Dopotutto è irrilevante che io telefoni oppure no, basta che lo dicano i telegiornali, e alla fine non restano molti testimoni delle telefonate. Vivi, intendo. Poi hanno deciso: sono in forze all’ufficio propaganda, e i buoni pasto sono arrivati subito. Comunque, non è un lavoro pesante, e rischio pure di diventare famoso: mi sto ritagliando tutti gli articoli che dicono quanto siamo bravi a avvisare la gente prima di ammazzarla. E’ una cosa che dà soddisfazione. Ma scusate, ho chiacchierato troppo, ora devo lavorare. Pronto? Chi sei? Passami mamma… papà è in casa? In che stanza? Va bene, dì a mamma che avete sei minuti per lasciare il palazzo. Quattro, anzi… forse uno… Pronto? Pronto?

    24 commenti:

    1. crudele, ironico, realistico... grazie x averlo postato. mi ha ricordato le storie dei vopos, la polizia di confine a Berlino negli anni del muro....
      ora però quelli sono sotto processo !!
      ciao.

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    2. wow..ti ringrazio per essere passata da me, e per avermi fatto scoprire il tuo spazio: sembra proprio un bel posto accogliente ^^
      passerò spesso ;)
      a presto
      ciao ciao

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    3. Questa è la crude realtà ad un passo da noi... purtroppo.

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    4. Agghiacciante per l'ironia, reale fotogrfia di una realtà, crudele verità.

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    5. se hanno il tempo di ringraziare vuol dire che ha fatto un buon lavoro!

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    6. Ah, non ci sono più le belle guerre di una volta...

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    7. Non pensavo che ci tenessero molto ad avvisare chi stavano per uccidere.
      Crudelmente ironica questa lettera.

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    8. Un'ironia tagliente che ben descrive la crudeltà a cui siamo assuefatti..

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    9. La crudeltà è ciò che di più intimo l'uomo a volte dà di se stesso

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    10. http://zaio.blogspot.com/2009/01/venti-di-guerra-bandiere-di-pace.html
      Sei nei miei blogsimpatici. Bel post.

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    11. Sono senza parole...Eppure nulla mi dovrebbe stupire per come vanno le cose, ciao

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    12. Vergogna Israele! Non è certo questo il modo di risolvere le cose.

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    13. Scrivo ,lo stesso commento che ho lasciato da Alessandro.
      Sono nauseato!
      Ciao stellavale .)

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    14. Madonna mia, ma dove si arriverà..
      Buon inizio di anno Stella

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    15. Terribile..cosa può arrivare a fare l'UOMO. Bello il tuo blog...tornerò..tornerò....

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    16. Robecchi è un grande la guerra è piccola.

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    17. Ciao dalla Befana!
      Hai scelto un bel pezzo per parlare di quello che sta succedendo...

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    18. Come si fa a non dir niente..
      Ma non hanno la nausea?

      ..e c'e' chi pranza davanti ai telegiornali!

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    19. So a cosa ti riferisci. Avevo anch'io sentito ilservizio parlvano di sms se non erro che avvisavano di lasciare la casa.

      Nulla di differente dall'ETA....

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    20. Mai noiosa,sempre accattivante ..è avvincente leggerti,
      Brava Vale! ;)


      Yubal

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    21. Molto ironico questo post... potrei definirlo telefonista dell'ultimaora o degli ultimi dieci minuti dovuti alla folia umana.

      Clelia a Londra

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    "La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche un gesto o un’invenzione,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione."