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    martedì 16 ottobre 2007

    Mi ci voleva una bella risata, anche se si ride sulla mancata libera informazione in Italia........

    Il contraddittorio
    di Marco Travaglio

    Chiedo scusa ai lettori per l’uso privato di questo spazio, ma ho una confessione grave da fare: sono privo di contraddittorio. Dopo un anno che collaboro ad AnnoZero, se n’è accorto anche il Cda della Rai, che è un po’ lento di riflessi. Insomma, mi hanno beccato: ogni settimana, per ben cinque minuti (ma a volte anche sette), racconto fatti negli studi di Santoro senza che nessuno mi contraddica. A parte una volta: c’era Totò Cuffaro con la coppola, e io gli ho ricordato tutti i mafiosi che lui stesso aveva ammesso di aver frequentato. Lui mi ha contraddetto sostenendo che Santoro guadagna troppo. Forse qualcuno si sarà domandato che c’entrasse lo stipendio di Santoro (che fra l’altro Cuffaro aveva triplicato) con i mafiosi amici di Cuffaro, ma almeno mi ha contraddetto. Le altre volte, mai nessuno.

    Potrei invocare l’attenuante dell’ingenuità: sono abituato ai giornali, dove non si usa affiancare a ogni articolo un altro articolo che dica l’opposto. Ma, per alcuni maestri di giornalismo annidati nel Cda e ai piani alti della Rai, l’informazione deve obbedire a una strana par condicio: se dici una cosa vera, devi farla subito seguire da una balla (e poi ringraziare se ti consentono di dire la cosa vera, perché il più delle volte c’è solo la balla, ovviamente senza contraddittorio).


    In ogni caso, ora che mi han preso col sorcio in bocca, prometto di non farlo più. Dice bene Sandro Curzi: “Travaglio deve intervistare i leader politici”. Forse non sa che c’è un piccolo problema: i leader non partecipano ad AnnoZero o, le rare volte che accade, se ne vanno alla prima domanda. Ennesima variante del comma 22: tu puoi parlare, ma solo per fare domande ai leader; però i leader non vengono, quindi non parli. È pure curioso che leader bivaccanti da 30 tv, ospiti di lecchini che ne decantano le doti politiche, intellettive, sportive, canore e culinarie, si spaventino per cinque minuti di controcanto. Ma a tutto c’è rimedio: il contraddittorio me lo faccio da solo. Un auto-contraddittorio con avvitamento carpiato. Che ci vuole?

    1) Divido la rubrica “Arrivano i mostri” in due parti uguali: nella prima dico ciò che ha fatto di male il personaggio, nella seconda preciso che il personaggio è alto, biondo, muscoloso, molto sexy e soprattutto molto onesto e molto coerente. Poi la gente sceglie.

    2) Prima racconto le malefatte del personaggio, poi dico che non è vero niente: tutti i no diventano sì e tutti i sì diventano no.

    3) Narrando le gesta del personaggio, mi rivolgo alla poltrona dov’è seduto. Ma, poiché difficilmente il personaggio viene a sedersi, lo sostituisco con la sua foto cartonata a grandezza naturale, o con una corona di fiori, o con un sosia del Bagaglino, o con un bravo imitatore (potrei chiedere a Sabina Guzzanti, ma ho come l’impressione che in Rai non possa lavorare).

    4) Per risparmiare sui materiali, potrei prendere lezioni da Arturo Brachetti e fare tutto da solo: tipo saltellare da una poltrona all’altra e farmi le domande e darmi le risposte, ora vestito da me stesso, ora travestito da ospite, magari con l’ausilio di un paravento, se la spesa non è ritenuta eccessiva.

    5) Nel caso in cui volessi occuparmi di Stalin, di Lenin, di Hitler o altri personaggi celebri defunti, le cose si complicherebbero, ma con una medium di un certo livello e un tavolino a tre gambe, il contraddittorio sarebbe assicurato. Potrei farmi consigliare da Prodi, che in fatto di sedute spiritiche ha una certa esperienza.

    6) Nel caso in cui volessi citare Bush, non saprei che pesci pigliare: abita lontanuccio e mi sa che non viene, temo che non segua AnnoZero. Ma Crozza lo fa benissimo e potrei chiedere a lui. O ripiegare sulla sua rappresentante in Italia, Clarissa Burt: lo fa sempre da Vespa e non s’è mai lamentato nessuno.

    7) Ci sono poi i personaggi vivi, ma impossibilitati a intervenire per cause di forza maggiore. Come Bin Laden e il mullah Omar. Se scoprono che alla Rai il contraddittorio vale per tutti fuorché per loro, magari s’incazzano e fanno causa all’azienda. Nel qual caso, non riesco proprio a immaginare la soluzione. Attendo lumi.

    8) Talvolta mi capita di parlare di mafia. Visto che la legge è uguale per tutti, immagino che dovrò portarmi dietro Totò Riina e Bernardo Provenzano, per poterli nominare. Ma qui è più semplice: c’è la videoconferenza. Potrei chiedere a Berlusconi o a Dell’Utri se conoscono uno stalliere che mi faccia da tramite.

    L’Unità del 11.10.2007

    2 commenti:

    1. Meraviglioso... come il tuo blog!
      Dal canto mio ti ho messo sui link del mio di blog jacktempesta.splinder.com se ti va facci una visitina.
      Tra l'altro ci siamo incontrati (ma non parlati purtroppo e me ne dispiaccio) a Gressoney al seminario del lupo. Io ero quello che è arrivato tardi allo spettacolo... e doveva essere sul palco!
      Ciao un abbraccio.
      Stefano

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    "La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche un gesto o un’invenzione,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione."